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La pensione minima, conosciuta anche come integrazione al trattamento minimo, pensione integrata al trattamento minimo, pensione minima, o integrazione al minimo, è disciplinata dal Decreto-Legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito con modificazioni dalla Legge 11 novembre 1983, n. 638, ed in particolare dall’articolo 6, il quale prevede espressamente il diritto del pensionato a ricevere un assegno sufficiente a garantire una vita dignitosa.
Quindi, la ratio della norma dispone che, nonostante il versamento contributivo, la pensione va al di sotto di un determinato limite, l’INPS eroga un assegno integrativo della pensione, con lo scopo primario di migliorare la condizione economica del pensionato stesso.
Quindi, i pensionati che ricevono una pensione inferiore a detto limite, che corrisponde per il 2021 a 6.702,54 euro (515,58 euro per 13 mensilità), l’importo della pensione stessa viene alzato sino ad arrivare appunto a 515,58 euro mensili.
L’importo di riferimento varia ogni anno. Per il 2021, è pari ad euro 515,58, e corrisponde al valore 2020 rivalutato del tasso dell'0,40%, in applicazione della circolare INPS n. 148 del 18 dicembre 2020.
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